Raccontare il nulla

Capita a volte che le aziende non riescano ad individuare dove sta realmente la loro forza, forse perché distratte dagli argomenti più scontati.

Alcuni anni fa feci un viaggio in Mongolia, una esperienza tra le più belle della mia vita. Quando ne parlo mi sento sempre chiedere il perché di quella scelta, evidentemente considerata un po’ bizzarra. Perché la Mongolia come destinazione? Di recente un giovane avvocato, ma nemmeno tanto giovane, mi ha chiesto se l’avevo scelta per il mare. Certo, direte voi, ha studiato legge non geografia. Vero! Immediatamente, senza attendere la mia risposta, segue sempre la domanda “Che cosa c’è in Mongolia?” Io rispondo con un grande sorriso e gli occhi pieni di luce: nulla! Non ci sono molti monumenti, non ci sono villaggi turistici e non c’è nemmeno il mare (eh già caro avvocato!).

Mi capita spesso di riflettere su questo, sulla difficoltà di raccontare l’enormità di contenuti, di ricchezza e di emozioni che ci possono essere nel nulla. Un nulla evidentemente solo apparente. È un esercizio che mi piace fare quando incontro aziende, o anche professionisti, che vedono nei loro prodotti o servizi la loro unica forza, che non hanno consapevolezza di quanto valore c’è nel loro nulla apparente. Certo, scavare a fondo per far emergere la propria identità, una immagine reale, una storia da raccontare, non è semplice, ma è certamente stimolante e, soprattutto, necessario.

Perché, signori miei, c’è sempre qualcuno convinto che in Mongolia c’è il mare.